Discorso alla Commissione Esteri del Senato della Repubblica Italiana - 31 Gennaio 2019

Viaggi in Eritrea dell’Associazione Partecipazione e Sviluppo.
1° viaggio: 25 ottobre-5 novembre 2017 – 2° viaggio: 17-24 marzo 2018

Noi non siamo qui a chiedere cosa può fare la Commissione Esteri del Senato per la nostra associazione, bensì cosa può fare l’associazione per aiutare, da un lato, la Commissione Esteri a stabilire contatti proficui e duraturi con l’Eritrea e il suo popolo, dall’altro, per aiutare il popolo eritreo e, di conseguenza, il Governo Eritreo a progredire verso stati di welfare più elevati che assicurino pace, serenità e benessere che in questi anni, purtroppo, non si sono manifestati ad un livello di standard soddisfacente anche per la situazione di “non pace, non guerra” che è intercorsa fra l’Etiopia e l’Eritrea. Oggi, a giusta ragione, si può dire che la pace sia scoppiata anche per mutamenti politici e di governi che si sono succeduti con una trama fitta e favorevole. Ma le diplomazie stavano lavorando nell’ombra e la situazione si faceva sempre più propizia, come abbiamo avuto modo di affermare al nostro ritorno in Italia dopo il primo viaggio dell’ottobre 2017. D’altra parte, durante i nostri colloqui con esponenti del Governo eritreo, è sempre scaturito il desiderio da parte eritrea, di vedere “il ritorno del Governo e del popolo italiano” così frettolosamente ritiratosi dopo la disfatta dell’Asse in occasione della seconda guerra mondiale. Gli eritrei, il popolo, ma anche i governanti, non si sono mai accaniti contro gli italiani, né contro i civili che hanno lavorato per tanti anni nel corno d’Africa, né contro gli stessi militari che, pur combattendo in armi, non si sono mai approfittati del loro ruolo di conquistatori ma hanno sempre mantenuto un comportamento e un contegno dignitoso e disponibile al dialogo e alla comprensione. Per questo riteniamo che sia giunto il tempo di un nostro ritorno in Eritrea! Non solo perché il Corno d’Africa riveste un’importanza strategica essenziale (davanti alle coste dell’Eritrea, attraverso la cosiddetta “nuova via della seta”, passa tutto il traffico marittimo che congiunge la penisola indiana e la Cina all’Europa attraverso il canale di Suez) ma anche e soprattutto perché là sono alcune delle nostre radici, ad Asmara vi è tutt’oggi la scuola italiana all’estero più grande del mondo con oltre 1.300 alunni, recentemente UNESCO ha dichiarato Asmara patrimonio dell’Umanità proprio per l’architettura italiana che ancora è visibile in città e, come dicevo, l’italiano è una lingua ancora capita e parlata dalla popolazione locale. Il ricordo dell’Italia, dell’italianità e della lingua italiana in Eritrea, sono stati e sono tuttora un patrimonio che sarebbe un delitto disperdere! … se non altro per il tanto sangue versato in tante battaglie giuste o ingiuste, che sono state combattute e che sono testimoniate dalle tante, troppe lapidi che ancora oggi sono in fila nei cimiteri di Asmara proprio accanto a quelle dei soldati eritrei!
Alla luce di tutto ciò e incoraggiati dalla nostra personale esperienza, l’Associazione Partecipazione e Sviluppo, si rende disponibile ad avviare percorsi di progettazione anche su sollecitazione dei locali amministratori che hanno chiesto alcuni nostri interventi. Nel campo sanitario, il sindaco di Massawa ci chiede un intervento per ristrutturare e ammodernare il locale ospedale che versa in gravose problematiche strutturali e di carenza di attrezzatura, strumenti e medicinali;  in campo urbanistico, il sindaco di Massawa chiede un radicale intervento di ristrutturazione del porto di Massawa distrutto dai bombardamenti durante la fase finale della guerra etiope-eritrea cercando, in particolare, di realizzare un gemellaggio  con Livorno e il suo porto (data la nostra residenza in Toscana); in campo agricolo, il ministro ci chiede forme di collaborazione per la formazione degli agricoltori e allevatori locali in tema di impianti di tipi di coltivazioni che si adattino al territorio, all’approvvigionamento idrico e al clima locale e per quanto riguarda gli allevatori, una formazione circa la produzione di formaggio da latte ovino e caprino; il ministro delle risorse marine ci ha chiesto interventi a favore del patrimonio ittico locale e, in particolare, l’implementazione della coltivazione della mangrovia mentre in campo turistico, auspica una profonda collaborazione con imprenditori italiani per cominciare a disegnare un piano  di intervento ecosostenibile e che non abbia al centro il solo profitto e che possa valorizzare il vasto arcipelago incontaminato delle isole Dahalak (oltre 200 incantevoli isole di cui soltanto due abitate); inoltre, è preoccupazione delle autorità scolastiche eritree, la formazione di personale idoneo all’accoglienza e alla gestione dei flussi turistici che potranno realizzarsi in futuro nonché l’ammodernamento e la realizzazione di strutture turistiche nonché la formazione di idoneo personale con titoli di studio alberghieri;  per quanto riguarda interventi nel settore sociale e del welfare, ci è stato chiesto espressamente un intervento per censire i bambini con sindrome di Down e formare personale che possa assisterli nelle scuole; sempre in campo urbanistico, è essenziale pensare ad un organico smaltimento e riciclo dei rifiuti che tuttora giacciono in discariche a cielo aperto, nonché ad un intervento per lo smaltimento dei rifiuti reflui dei quartieri di vecchia e nuova costruzione. Come si capisce, gli interventi da realizzare sono tanti e complessi e la nostra associazione si presta, in caso di necessità, ad essere un punto di riferimento e garanzia per questa Commissione e per il Governo e il popolo eritreo, vista la nostra esperienza e la nostra natura di organizzazione no-profit che da subito, ha incontrato la simpatia e la disponibilità dei Ministri che abbiamo incontrato.
Un problema a parte si configura la massiccia emigrazione di giovani eritrei verso l’Europa. Innanzi tutto, c’è da dire che il Governo eritreo non ha mai incoraggiato tale esodo anzi, consapevole dell’impoverimento della propria forza lavoro, ha sempre cercato, anche con maniere forti, di dissuadere i giovani eritrei dal partire. Per questo motivo non credo che ci siano difficoltà a realizzare un accordo che preveda rimpatri assistiti. Crediamo tuttavia, che tali rimpatri potrebbero essere più probabili se il Governo italiano con l’intervento del Ministero della Pubblica istruzione e attraverso la Scuola italiana di Asmara accogliesse in Italia giovani eritrei per formarli specialmente a studi di indirizzo tecnico per procedere poi a forme di rimpatrio assistito. L’Associazione Partecipazione e Sviluppo, nel caso si volessero attivare progetti di questo tipo, si rende disponibile fin da subito alla loro stesura, realizzazione e controllo, vista anche la decennale esperienza nel campo dell’accoglienza e gestione di richiedenti asilo (fra i quali ci sono stati anche rifugiati provenienti dall’Eritrea e dal Corno d’Africa)”

Il Presidente dell' Associazione Partecipazione e Sviluppo 
Alessandro Ghionzoli

31 Gennaio 2019, ore 15.00