NUOVO DECRETO LEGGE DEL GOVERNO SUI MIGRANTI

Il 10 febbraio il Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri dell’interno Marco Minniti e della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti per l’accelerazione delle procedure amministrative e giurisdizionali in materia di protezione internazionale, per l’introduzione di misure volte ad accelerare le operazioni di identificazione dei cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea e per il contrasto dell’immigrazione illegale.
Ecco le principali novità introdotte con il decreto elencate da un comunicato stampa del Governo:
 
-  Sono istituite, presso i tribunali ad oggi maggiormente interessati, tra cui quello di Catania, 14 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea.
 
-  Misure per la semplificazione e l’efficienza delle procedure innanzi alle commissioni territoriali.
 
-  Misure per la semplificazione e l’efficienza dei procedimenti giudiziari di riconoscimento dello status di persona internazionalmente protetta e degli altri procedimenti giudiziari connessi ai fenomeni dell’immigrazione, con un nuovo modello processuale basato sul rito camerale che delimita i casi nei quali si prevede l’udienza orale e riduce da sei a quattro mesi il termine entro il quale è definito il procedimento con un decreto non appellabile ma ricorribile esclusivamente in Cassazione.
 
-  Stimolo ai Prefetti, d’intesa con i Comuni, a promuovere iniziative, da finanziare con risorse europee destinate al settore dell’immigrazione e dell’asilo, utili a favorire l’impiego dei richiedenti protezione internazionale, su base volontaria e gratuita, nello svolgimento di attività con finalità di carattere sociale in favore delle collettività locali.
 
-  Regolamentazione delle attività degli Hotspot al fine di accelerare le misure di identificazione e di screening sanitario, assicurando l’accoglienza materiale, l’informazione sulla procedura internazionale, sul programma di ricollocazione all’interno di altri Stati membri dell’Unione europea, nonché sulla possibilità del ricorso al rimpatrio volontario assistito.
 
-  Istituzione dei Centri di permanenza per il rimpatrio, in modo da garantirne una distribuzione omogenea sul territorio nazionale, privilegiando siti e aree che risultino più facilmente raggiungibili e nei quali siano presenti strutture pubbliche che possano essere riconvertite allo scopo.
(MyLawyer)

Ci riserviamo di commentare il decreto non appena uscirà il testo ufficiale ma già ci pare contenga degli elementi di incostituzionalità come il ricorso a pseudo tribunali speciali e la mancata possibilità del ricorso in appello (ma con il decreto, si passa direttamente in cassazione...).